Floyd Landis risponde ad Armstrong ma senza rancore: “Ho empatia per lui, anche io sono stato umiliato pubblicamente e fa male”
Le anticipazioni sul documentario su Lance Armstrong che uscirà il 24 maggio su ESPN stanno già suscitando reazioni importanti. L’ex corridore texano, vincitore di sette Tour de France consecutivi tra il 1999 e 2005, ha visto progressivamente sgretolarsi la propria figura di vincente a causa della squalifica datata 2012, che gli costò anche tutti i Tour vinti, e poi la confessione mediatica datata 2013, nel corso della quale ammise di avere fatto ricorso a sostanze dopanti per tutto l’arco della carriera. Ora, questo documentario promette di scoperchiare altre verità scomode riguardo la sua era, senza dubbio tra le più controverse della storia del ciclismo.
In alcuni passaggi, composti anche da interviste di alcuni anni fa, sembra non avere perso quel suo atteggiamento da “spaccone”, tanto da puntare ancora il dito contro Floyd Landis, suo ex gregario e primo accusatore dieci anni fa: “Potrebbe andare peggio, potrei essere Floyd Landis, svegliarmi un pezzo di merda ogni giorno” sono le sue testuali parole, alle quali l’ormai 44enne di Lancaster risponde senza risentimento: “Ho empatia per lui perché anche io ho attraversato una vera umiliazione pubblica e fa male – ha spiegato a ESPN – Vuoi incolpare qualcuno e a volte è più facile trovare la cosa o la persona più ovvia e incolparla. Può incolpare me, ma forse sarebbe ancora un segreto se non fosse stato per me”.
Anche lui vincitore di un Tour de France poi revocatogli, ammette che decise di collaborare per una questione di coscienza: “Spero che trovi un po’di pace nella sua vita. Non ho ulteriore animosità nei suoi confronti” aggiunge, giustificando di aver dovuto coinvolgerlo nella causa per frode allo Stato, perché aveva bisogno di appoggi potenti per far venire fuori tutta la verità: “Così ho pensato, ho bisogno di alcune persone con un po’ di muscoli veri dalla mia parte… Sapevo che probabilmente il governo federale avrebbe avuto più probabilità di esaminarlo“.
Gli 1,65 milioni di dollari incassati da quel risarcimento, sono stati quasi totalmente investiti nella gestione della Floyds Pro Cycling, attiva solamente l’anno scorso, e pensa che Armstrong dovrebbe finalmente fare il punto con se stesso: “Sono una delle poche persone in grado di relazionarsi direttamente con quello che ha passato e penso che potrebbe essere catartico parlarne. Onestamente, non penso che creda ci siano alte probabilità che succeda”.
Al di là delle questioni personali, Landis rimarca come il suo ex-capitano in bicicletta fosse “il miglior ciclista” con cui abbia mai corso: “Abbiamo tutti alcuni difetti e ovviamente è stato reso pubblico più di quanto chiunque vorrebbe, ma non era come tutti gli altri”. Oltre il “cattivo ragazzo” che si dopava, c’era molto altro: “È complicato. Lance era anche un bambino una volta e sognava di correre in sella alla sua bici e probabilmente non si rendeva conto in che cosa si stesse infilando“.
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